VENEZIA E ISOLE
Una tradizione della Serenissima
Maggio e giugno sono i mesi ideali per trascorrere una vacanza, anche breve, a Cavallino Treporti. La natura offre il suo meglio, il sole tiepido inizia a scaldarsi svegliando l’estate e la meravigliosa cittA� di Venezia organizza eventi di interesse pubblico come la tradizionale “Festa della Sensa“.
Sabato 31 maggio e domenica primo giugno 2014, molti visitatori prenderanno parte a una manifestazione che, ogni anno, fa rivivere una delle celebrazioni piA? importanti per la storia della Serenissima. Le calli, i campi e Piazza San Marco si riempiono di colori e di visitatori incuriositi, e un lungo corteo acqueo, formato da imbarcazioni a remi e vogatori, percorre le acque della laguna da San Marco al Lido di Venezia. In testa al corteo c’A? l’imbarcazione “Serenissima”, in cui prendono posto il sindaco e le autoritA� cittadine. Il programma si completa con il Mercatino della Sensa allestito alla chiesa di San NicolA? al Lido, che dall’imbarcadero di Punta Sabbioni si raggiunge facilmente prendendo il battello diretto all’isola.
La Festa della Sensa, all’epoca della Repubblica di Venezia, rappresentava simbolicamente il matrimonio della cittA� con il Mare. Il termine “Sensa”, in dialetto veneziano, deriva da “Ascensione”. Oggi come allora, infatti, la festivitA� ricorre nel giorno dell’Ascensione di Cristo e commemora due eventi importanti per la Serenissima Repubblica, che sanciscono il rapporto intimo di Venezia con il mare: lo “sposalizio”, appunto. Il primo evento risale al 9 maggio dell’anno 1000, quando il doge Pietro II Orseolo soccorse le popolazioni della Dalmazia minacciate dagli Slavi; il secondo evento all’anno 1177, quando, sotto il doge Sebastiano Ziani, Papa Alessandro III e l’imperatore Federico Barbarossa stipularono a Venezia il trattato di pace tra Papato e Impero.
Ai tempi della Repubblica, durante la Festa della Sensa, il Doge, a bordo della grande imbarcazione “Bucintoro“, raggiungeva l’isola di S. Elena all’altezza di San Pietro di Castello. Ad attenderlo, c’era il Vescovo, a bordo di una barca con le sponde dorate, pronto a benedirlo. Per sottolineare il rapporto di Venezia con il mare Adriatico, la festa culminava con un rito propiziatorio: il Doge, una volta al largo, verso il Lido, lanciava nelle acque un anello d’oro, simbolo del matrimonio.